L’operazione di stamattina messa in atto dagli apparati della
repressione con alla testa l’ormai noto ufficio politico della questura
di Cosenza, con al seguito oltre duecento tra reparti celere, polizia,
carabinieri, polizia municipale, si è concentrata contro l’occupazione
dello stabile sito in via Minzoni, l’ultima occupazione in ordine
temporale di Prendocasa.
Le pressioni esercitate dai proprietari dello stabile (le suore
dell’ordine del sacro cuore del verbo incarnato), gli interessi
economici che stavano dietro l’immobile (trattative di vendita per
qualche milione di euro), il fatto che non si potesse tollerare oltre
l’occupazione di un palazzo nel salotto buono della città, erano tutti
elementi che non facevano certo immaginare una soluzione stabile e
duratura per le cinquanta persone che dallo scorso 28 marzo avevano
occupato l’ex albergo gestito dalle suore (altro che convento, o luogo
sacro !!!).
Il fatto inoltre che nelle ultime settimane fosse prima saltato il
tavolo sull’emergenza abitativa, poi rimandata a tempo indefinito la
convocazione del prefetto (scippata dal comitato dopo il presidio del 6
maggio a p.zza 11 settembre) non faceva presagire nulla di positivo
sulle sorti delle occupazioni.
Non che avessimo mai riposto grande fiducia nei confronti delle
istituzioni visto che se la questione abitativa assume oggi numeri tali
da poter parlare senza esagerazione di vera e propria emergenza sociale,
la responsabilità è tutta riconducibile a chi per anni ha governato
questa città come se fosse un affare privato per ingrassare le proprie
tasche, allargare il proprio bacino clientelare/elettorale, piegare alla
subalternità e alla sudditanza le migliaia di disperati che vivono il
dramma della mancanza di una casa.

L’opposizione esercitata dagli occupanti di via Minzoni è stata tale
che per un intera mattinata è dovuta protrarsi l’operazione di sgombero
orchestrata dalla digos cosentina. Mentre in un primo tempo sembrava
profilarsi un manovra contemporanea di sgombero anche dei locali delle
canossiane (l’occupazione del 31 ottobre scorso) solo in una seconda
fase si è invece compreso che l’altro dispiegamento di polizia messa a
presidio dell’ex istituto delle canossiane aveva in realtà come
obiettivo quello di creare un cuscinetto alla solidarietà che gli
occupanti di viale della repubblica avrebbero portato ai propri
compagni.
La resistenza è continuata sui tetti fino a tutto il pomeriggio, con
un folto numero di compagni che da sotto hanno manifestato la propria
vicinanza agli occupanti, e solo dopo aver trovato una soluzione
temporanea ai 30 nuclei sfrattati si è riconsegnato lo stabile. Al
momento oltre ai 6 compagni del prendocasa, sono stati oggetto di
denuncia quasi tutti gli occupanti, che però a dire del “onorato
cavaliere” Cantafora hanno trovato soluzione ai loro problemi, quello
cioè di essere ospitati in un albergo.
La trattativa, nonostante i tentativi biechi della questura di
spaccare il comitato in famiglie e singoli, è andata avanti compatta e
solidale per oltre 6 ore per riuscire a scippare nell’immediato una
soluzione non solo per le famiglie ma anche per le decine di singoli.
Vorremmo però chiudere con un’immagine che esprime al meglio il senso
di questa giornata e il livello di coscienza proprio a chi sceglie di
essere parte del percorso Prendocasa, anche di quelli che meno ti
aspetteresti: alla malinconia di una Emna, un bimba marocchina che
guardando la casa appena scippata dalla polizia, quasi si lasciava
abbandonare nel pianto, rispondeva Jugin, altro bimbo dell’occupazione,
che quasi rassicurandola e accarezzandola diceva: ne prenderemo una più
bella.
Ed è proprio così cari signori.
Se con lo sgombero di oggi pensate di aver piegato la tenacia di
prendocasa sappiate, che avete sortito solo l’effetto opposto. Ogni
sgombero sarà una barricata. Non faremo un passo indietro.
Rilanciamo con un’assemblea pubblica per Venerdì 16 Maggio ore 18.00 presso l’occupazione del’ex istituto delle canossiane,
#IOSTOCONPRENDOCASA
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