Dopo due giorni romana del 9 e 10
novembre scorsi, i movimenti sociali impegnati nelle lotte territoriali
per il diritto all’abitare contro il consumo di suolo e la precarietà
alloggiativa si possono organizzare per un confronto utile e necessario.
E possono farlo questa volta in forma dislocata, sperando in un
maggiore coinvolgimento e una più larga condivisione. Torino e Cosenza
si sono rese disponibili per ospitare i due appuntamenti.
Immaginare due luoghi diversi comunicanti tra loro (anche attraverso la rete digitale) consentirà a molt* di partecipare. Potrà essere anche una verifica delle cose che ci siamo detti/e il 10 novembre e che hanno prodotto tanta effervescenza, nonché le manifestazioni riuscite del 29 e 30 novembre.
Immaginare due luoghi diversi comunicanti tra loro (anche attraverso la rete digitale) consentirà a molt* di partecipare. Potrà essere anche una verifica delle cose che ci siamo detti/e il 10 novembre e che hanno prodotto tanta effervescenza, nonché le manifestazioni riuscite del 29 e 30 novembre.
La questione dell’uso delle risorse,
una sola grande opera casa e reddito per tutt*, interessa a molte realtà
sociali impegnate nelle città e nei territori, non solo quelle
impegnate tout court nell’emergenza abitativa tra sfratti, pignoramenti e
sgomberi, ma anche coloro che lottano contro lo sversamento selvaggio
dei rifiuti e la gestione dell’igiene ambientale, l’invasività di
infrastrutture o eventi costosi inutili, la cementificazione e lo
sfruttamento di intere aree geografiche.
Non possiamo immaginare questi momenti
solo come confronto nella lotta per la casa ma come declinazione più
larga di quel diritto all’abitare negato dalla Val di Susa a Palermo e
nell’affermazione di pratiche di riappropriazione e sovranità sociale
diffusa.
È passato meno di un mese dall’incontro
nazionale degli scorsi 9/10 Novembre a Roma, nella quale oltre a
valutare le forze e la mobilitazione del 19O, avevamo collettivamente
assunto una serie di tappe che riportavano la mobilitazione e l’assedio
nei territori.
Gli studenti e le studentesse che hanno riempito le piazze il 15, le mobilitazioni del 16 dalla Val di Susa al grande corteo di Napoli, la giornata di lotta romana contro il vertice Letta-Hollande, le mobilitazioni diffuse per il diritto all’abitare del 29 e 30 novembre… sono state alcune delle tappe attraverso le quali la mobilitazione ha dato respiro ai territori e alle singole lotte, in un percorso che mette sempre più al centro la destinazione del denaro pubblico, cioè la questione delle risorse che vengono destinate alle banche ed alle grandi opere e che vanno invece riconquistati per dare risposta ai settori sociali che stanno pagando la crisi del capitale: diritto alla casa, reddito, salute, diritto alla formazione, per citarne solo alcuni.
Gli studenti e le studentesse che hanno riempito le piazze il 15, le mobilitazioni del 16 dalla Val di Susa al grande corteo di Napoli, la giornata di lotta romana contro il vertice Letta-Hollande, le mobilitazioni diffuse per il diritto all’abitare del 29 e 30 novembre… sono state alcune delle tappe attraverso le quali la mobilitazione ha dato respiro ai territori e alle singole lotte, in un percorso che mette sempre più al centro la destinazione del denaro pubblico, cioè la questione delle risorse che vengono destinate alle banche ed alle grandi opere e che vanno invece riconquistati per dare risposta ai settori sociali che stanno pagando la crisi del capitale: diritto alla casa, reddito, salute, diritto alla formazione, per citarne solo alcuni.
Dentro questi percorsi collettivi, il
diritto all’abitare continua ad avere grande forza : le occupazioni
abitative rappresentano importanti momenti di ricomposizione e praticano
al tempo stesso l’alternativa che propongono; attraverso la
riappropriazione delle case si da risposta ad un bisogno concreto, si
costruiscono nuove relazioni sociali, e si ritorna in possesso di quote
di reddito sempre più espropriate da quanti vorrebbero continuare a far
pagare i costi della crisi ai settori popolari.
A Roma il 10 novembre scorso durante
l’assemblea di Abitare nella Crisi la discussione si era concentrata
oltre il 19O, ritornando a parlare di sfratti, svendita del patrimonio
pubblico e smantellamento dell’edilizia popolare, alcuni dei “punti di
programma” della controparte istituzionale, cercando di analizzare e
comprendere come rafforzare l’impatto nazionale delle lotte in corso ed
allo stesso tempo quali iniziative comuni potevano rafforzare i
conflitti territoriali.
Parallelamente alla costruzione di
un’agenda comune d’iniziative, rafforzata dall’indizione degli
appuntamenti nazionali del 29 e 30 novembre, e sottolineata con
soddisfazione la partecipazione sempre più ampia di realtà/soggettività
nuove al percorso, nasceva l’esigenza di approfondire la questione dei
processi di soggettivazione e delle forme di attivazione della
molteplice e variegata composizione che sempre più “abita e vive” le
occupazioni, anche alla luce dell’evidente maggior protagonismo nei
percorsi di lotta e negli appuntamenti di piazza (vedi il 31O).
Altrettanta attenzione veniva rivolta al nodo del territorio, sia esso la piccola realtà di provincia o la grande metropoli composta da quartieri o municipi, della necessità di intenderlo ed attraversarlo come un campo di battaglia, in cui la posta in palio non è “soltanto” la legittimità di “abitarlo” e starne dentro, bensì soprattutto essere motore di processi di ricomposizione sociale e politica, di accumulo di forza e, laddove possibile, agenti della trasformazione. “Stare” dentro i territori, i quartieri del centro come delle periferie, deve significare necessariamente non rimandare al domani l’orizzonte di un’altra riproduzione sociale possibile. Per questo la soggettività, i percorsi organizzativi, il metodo, le relazioni, financo l’attivazione e la militanza, sono nodi della discussione più che mai importanti e che hanno trovato sempre più spazio nelle discussioni all’interno di Abitare nella crisi. Stimolare relazioni sempre più approfondite tra espressioni di lotte, anche a volte molto diverse tra loro, e promuovere produzione di ragionamenti, riflessioni e proposte, alimentare e contribuire allo sviluppo del sito, era ed è lo scontato corollario alla discussione collettiva.
Altrettanta attenzione veniva rivolta al nodo del territorio, sia esso la piccola realtà di provincia o la grande metropoli composta da quartieri o municipi, della necessità di intenderlo ed attraversarlo come un campo di battaglia, in cui la posta in palio non è “soltanto” la legittimità di “abitarlo” e starne dentro, bensì soprattutto essere motore di processi di ricomposizione sociale e politica, di accumulo di forza e, laddove possibile, agenti della trasformazione. “Stare” dentro i territori, i quartieri del centro come delle periferie, deve significare necessariamente non rimandare al domani l’orizzonte di un’altra riproduzione sociale possibile. Per questo la soggettività, i percorsi organizzativi, il metodo, le relazioni, financo l’attivazione e la militanza, sono nodi della discussione più che mai importanti e che hanno trovato sempre più spazio nelle discussioni all’interno di Abitare nella crisi. Stimolare relazioni sempre più approfondite tra espressioni di lotte, anche a volte molto diverse tra loro, e promuovere produzione di ragionamenti, riflessioni e proposte, alimentare e contribuire allo sviluppo del sito, era ed è lo scontato corollario alla discussione collettiva.
Per riprendere questa discussione e
rilanciare nuovi appuntamenti di lotta e mobilitazione che continuino a
declinare le molte forme dell’assedio e della sollevazione, invitiamo le
realtà del centro-nord a Torino i prossimi 14/15 dicembre per
un’assemblea di Abitare nella Crisi, contemporaneamente all’incontro che
verrà ospitato a Cosenza e che interesserà le realtà del centro-sud.
All’interno del dicembre contro il carovita e la precarietà, verso una primavera di nuove mobilitazioni collettive, abbiamo pensato di strutturare le giornate in questo modo:
All’interno del dicembre contro il carovita e la precarietà, verso una primavera di nuove mobilitazioni collettive, abbiamo pensato di strutturare le giornate in questo modo:
TORINO
SABATO 14/12 ore 14:00 @ CSOA Gabrio, via F.Millio 42
– Introduzione plenaria di presentazione della fase e dello stato
dell’arte piuttosto snella e che metta in luce i nodi tematici che
verranno sciolti nella discussione dei tavoli.
Tre tavoli tematici: il primo su “casa” e “reddito”; il secondo su “territori”, “quartieri” e “periferie” e su pratiche ed iniziative di ricomposizione; il terzo su “migranti” e “rifugiati” , bisogni e lotte della/nella composizione meticcia.
Tre tavoli tematici: il primo su “casa” e “reddito”; il secondo su “territori”, “quartieri” e “periferie” e su pratiche ed iniziative di ricomposizione; il terzo su “migranti” e “rifugiati” , bisogni e lotte della/nella composizione meticcia.
DOMENICA 15/12 ore 10:00 @ Ex-Moi occupata, Via G.Bruno 201
Plenaria di report dai/sui tavoli.
Collegamento skype tra Torino e Cosenza per connettere l’andamento della
due giorni e unificare l’agenda degli appuntamenti di rilancio.
COSENZA
@ Occupazione istituto delle ex-Canossiane in Viale della Repubblica
SABATO 14/12 ore 16.30 – Assemblea introduttiva con lo stato della lotta sui territori e analisi di fase. Discussione «Reddito», «Casa» e «Territorio»
DOMENICA 15/12 ORE 10:00 – Plenaria congiunta via skype per connettere l’andamento della due giorni e unificare l’agenda degli appuntamenti di rilancio
per info centro nord:CSOA GABRIO – Torino – 3281667136
per info centro sud: CPOA RIALZO – Cosenza – 3273694595
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